martedì 30 giugno 2009

continuiamo ?

Finché c'è affluenza c'è speranza !
parafrasando così un comune motto, il CeSto continua fino a che i produttori ricaveranno quanto giustifica la loro presenza.
Novità della settimana: un cerealicoltore porterà del pane a legna fatto col grano BRONTE e il crescente, in biologico certificato.

Ditelo in giro ;-) e... scrivete sul BLOG

lunedì 22 giugno 2009

chi c'è questo giovedì ?

Questa settimana continua il mercato, magari in versione un po' ridotta (alcuni produttori andranno alla festa di Petralia: vedere il post più in basso)
Ad ogni modo: formaggi, verdure e frutta non mancheranno; sempre presente anche il buon Pietro con pane (a legna) e uova, quindi... portatevi i contenitori !

Non mancate ! ...e ricordate che proposte, dubbi, lamentele sono il sale delle relazioni quindi ..sempre in attesa di vostre esternazioni

venerdì 19 giugno 2009

Un altra economia, un'altra vita


Cosa succede in Sicilia ?
Ce lo racconta il settimanale "CARTA" - www.carta.org

Lo sbarco dei Gas in Sicilia, Pierluigi Sullo, 18 giugno 2009

Mentre si [ri]discute di estinzione della sinistra, il mondo va avanti. Per fare un esempio, potremmo parlare delle migliaia di persone che parteciperanno all’incontro nazionale dei gruppi di acquisto solidali, tra il 26 e il 28 giugno. Assemblea che non si tiene in una metropoli del nord, ma in un piccolo paese delle Madonie, in Sicilia. A Petralia Sottana, che si trova nel parco delle Madonie, hanno organizzato tutto per bene, per ospitare tanta gente e offrir loro luoghi adatti allo scambio di idee, di informazioni e di oggetti e prodotti: un grande anfiteatro naturale, un antico convento, e così via. Petralia è uno delle centinaia di comuni che cercano di migliorare la loro vita non cementificando il territorio ma attrezzandosi per l’autosufficienza energetica, o promuovendo nelle mense scolastiche il consumo di prodotti locali [il famoso chilometro zero], organizzando il teleriscaldamento, tutelando la biodiversità e ovviamente allargando le maglie della rappresentanza, tanto da farci entrare tutti i cittadini.
Insomma è il luogo adatto per un «movimento» che cresce vistosamente di numero [e specialmente nell’ultimo anno ha conosciuto una esplosione] e che interessa ormai una fetta di popolazione molto grande: in una recente indagine, citata da Andrea Saroldi [uno dei primi promotori di Gas in Italia] nel suo articolo sul prossimo numero di Carta, quasi il 10 per cento degli intervistati, in un campione rappresentativo della popolazione lombarda, ha dichiarato di aver partecipato a gruppi di acquisto o di consumo solidale. E d’altra parte secondo Coldiretti la «filiera corta», ossia l’acquisto diretto dal produttore è una abitudine presa da metà degli italiani. Un tempo si sarebbe detto: un movimento di massa. «Movimento» in senso letterale, perché i Gas, nati per organizzare l’acquisto collettivo di prodotti biologici o equi o rispettosi dell’ambiente [non solo cibo, ma anche altri prodotti di base, come detersivi, abiti, scarpe o cosmetici], si sono tanto rafforzati, da poter essi stessi commissionare a coltivatori o produttori quel certo prodotto. Saroldi racconta il caso dell’industria casearia della provincia di Brescia soffocata dai debiti e salvata da un intervento dei Gas e della finanza etica [le Mag], soldi versati a titolo di pre-acquisto dei formaggi. Carta ha raccontato tempo fa di quel certo tipo di patata la cui coltivazione, in Piemonte, era stata abbandonata, e che è rifiorita grazie alle ordinazioni dei Gas milanesi. Solo due esempi di qualcosa che sta disegnando il profilo di quella che Carta chiama «economia sociale», che si può battezzare «altreconomia», e che i popoli indigeni latinoamericani citano da sempre come «buen vivir» [espressione diventata corrente, ormai, grazie alla grande attrazione che i movimenti indigeni esercitano, con il loro stile].
Naturalmente, è molto interessante che «lo sbarco dei Gas», come familiarmente l’assemblea di Petralia Sottana viene chiamata [e il sito è www.sbarcogas.org], si tenga nella disgraziata Sicilia dei Lombardi e dei rifiuti per le strade di Palermo, della mafia e del dissesto del comune di Catania, ecc. L’associazione Siqillyah [il nome dell’isola in arabo], che è tra i principali organizzatori dell’incontro, è parente di Addio pizzo, che è a sua volta non solo un modo astratto di affermare la legalità, ma si propone una relazione solidale [e affettiva, si potrebbe dire] tra gli imprenditori che rifiutano di pagare il pizzo e i consumatori, a loro volta interessati a servirsi da produttori che non rafforzino, cedendo al ricatto, il clima opprimente che la mafia crea. Di recente, gruppi di volontari hanno raccolto cinque tonnellate di arance «pizzo free» nell’agrumeto di un coltivatore di Palagonia, vicino Catania, che aveva rifiutato di pagare e perciò non trovava più da vendere i suoi prodotti. E’ il «lato B» della Sicilia di cui solitamente si legge sui giornali.
E dunque, per tornare da capo: questo «movimento» dei Gas è di sinistra? Il suo modo di agire non contempla «scadenze elettorali» e sventolare bandiere rosse non è tra le priorità, però se «sinistra» vuol dire cambiare il mondo, i Gas lo sono. A non esserlo, forse, sono allora partiti che marciano con la testa voltata all’indietro e il cui unico scopo visibile è competere alle elezioni [con che risultati, poi] per preservare i propri «gruppi dirigenti».

Clicca qui e vieni a Petralia dal 26 al 28 giugno !

lunedì 15 giugno 2009

Ti interessa sapere cosa mangi ?

Se ti interessa sapere cosa mangi, c'è chi te lo racconta. Ad esempio REPORT...

http://www.report.rai.it/RE_elenco/0,11515,2009-categoria-349,00.html

2 dritte per GIOVEDI' 18 Giugno

Torna Giovanni Caronia col MIELE appena "munto" ! Dunque, venite a fare scorta e sopratutto portatevi i barattoli di miele vuoti; lui li riutilizza e voi evitate di far fare il giro del riciclo vetro oppure, se non differenziate, di mandare altro materiale alla discarica di Bellolampo, prossima emergenza palermitana... :-(

Chi desidera delle ottime CILIEGE qualità "cappuccia" provenienti da Chiusa Sclafani (produttore: Di Giorgio) certificate in biologico, scriva all'indirizzo del CeSto e segnali quante ne vuole. Il coltivatore non può venire per impegni personali ma è in piena produzione fino alla prox settimana...

Tanti sapori a tutti

lunedì 1 giugno 2009

La CRISI ? E' per tutti quelli che abbracciano lo stile di vita imposto dal capitalismo...

(fonte "Repubblica") - Dal festival dell'economia di Trento

Una nuova economia è possibile: il caso Ecuador e il sudamerica
Intervista alla ministra de Inclusiòn Economica y Social Jeannette Sanchez
La nuova Costituzione e a breve una legge valorizzano le cooperative e le microimprese

Il nuovo modello ecuadoriano: "Al centro l'economia sociale - Per noi è l'embrione di una società che ponga al centro lo sviluppo della persona"

dal nostro inviato ROSARIA AMATO

TRENTO - Il modello cooperativo come principio di una nuova economia, che "ponga al centro lo sviluppo della persona". E' così che la ministra de Inclusiòn Economica y Social dell'Ecuador Jeannette Sanchez ha presentato a Trento, al Festival dell'Economia, le norme della nuova Costituzione ecuadoriana, approvata alla fine del 2008, che riconoscono un ruolo autonomo e si impegnano a promuovere l'economia solidale, le cooperative, il commercio equo, la finanza etica. Una "riforma di sinistra", ha sottolineato con orgoglio la ministra, che "cerca di trovare un nuovo equilibrio tra capitalismo ed economia solidaristica, tra le microimprese e le potenti multinazionali". Un'esigenza molto sentita anche a Trento: la Provincia autonoma vanta, su mezzo milione di abitanti, oltre 200.000 soci di cooperative, e 49 casse rurali con 368 sportelli, 2.400 dipendenti e 100.000 soci. Nulla di strano dunque che l'esperienza ecuadoriana sia stata molto apprezzata in Trentino, e sia stata anche avviata una proficua collaborazione.
In concreto, ministro, cosa succederà adesso in Ecuador con la nuova Costituzione?
"Le cooperative sociali in Ecuador si sono sviluppate a partire dalla prima metà del ventesimo secolo. Però sono rimaste sempre marginali, perché i vari governi del Paese ritenevano che il modello principale fosse quello capitalistico, e che fosse scorretto intervenire a favore di questo modello di economia, che sembrava più debole".
E invece perché il suo governo ha ritenuto di doverlo fare?
"Perché pensiamo che sia arrivato il momento di finirla con il discorso del mercato che si aggiusta da solo, trovando un proprio equilibrio senza alcun intervento da parte dello Stato. La verità è che in Ecuador si era creata un'enorme disparità sociale, una disuaguaglianza profonda, con situazioni di grave povertà che hanno costretto molti a emigrare".
Come la nuova Costituzione inciderà in concreto sulle cooperative e sulle microimprese sociali?
"Stiamo preparando una legge che verrà approvata a breve. Abbiamo inoltre costituito l'Istituto de Economia Popular e Solidaria, che si occuperà in particolare del consolidamento delle cooperative, le aiuterà a trovare l'accesso al credito e ad abbattere le barriere del mercato, e si preoccuperà infine di monitorare questo tipo di imprese, sulle quali al momento abbiamo pochissimi dati. Riteniamo che ci siano in Ecuador al momento più di 5.000 cooperative e più di 30.000 imprese sociali di vario tipo, ma non abbiamo dati certi".
Questa maggiore attenzione all'economia di tipo solidaristico è anche una risposta alla crisi?
"Questa crisi globale non ci ha toccato in modo particolare, forse perché avevamo già cominciato a rafforzare e a riorganizzare altri modelli economici, a partire dagli anni '90, quando avevamo subito, allora sì, una forte crisi, che aveva messo a dura prova il Paese, e della quale subiamo ancora le conseguenze. Il nostro è un Paese con poche infrastrutture, un sistema scolastico da rivedere a fondo. Ma la crisi attuale no, ci ha colpito in misura minore anche rispetto ad altri Paesi dell'America Latina. E comunque per noi questa riforma non è soltanto l'attuazione di un diverso modello economico".
E che cos'è oltre a questo?
"E' l'embrione di un nuovo modello di sviluppo, di nuove relazioni sociali. Un modello di transizione, certo, perché non pretendiamo di avere la ricetta migliore di tutte. Ma è un passo in avanti verso la società che vogliamo, una società equilibrata che tenga conto delle differenze, che non dia spazio solo al più forte. Da noi c'era molta stanchezza, molto desiderio di cambiamento: abbiamo cercato di dar voce a queste esigenze, di creare uno spazio per tutti".
(31 maggio 2009)

cfr. anche
http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/economia/festival-economia/rampini-crisi/rampini-crisi.html