lunedì 1 giugno 2009

La CRISI ? E' per tutti quelli che abbracciano lo stile di vita imposto dal capitalismo...

(fonte "Repubblica") - Dal festival dell'economia di Trento

Una nuova economia è possibile: il caso Ecuador e il sudamerica
Intervista alla ministra de Inclusiòn Economica y Social Jeannette Sanchez
La nuova Costituzione e a breve una legge valorizzano le cooperative e le microimprese

Il nuovo modello ecuadoriano: "Al centro l'economia sociale - Per noi è l'embrione di una società che ponga al centro lo sviluppo della persona"

dal nostro inviato ROSARIA AMATO

TRENTO - Il modello cooperativo come principio di una nuova economia, che "ponga al centro lo sviluppo della persona". E' così che la ministra de Inclusiòn Economica y Social dell'Ecuador Jeannette Sanchez ha presentato a Trento, al Festival dell'Economia, le norme della nuova Costituzione ecuadoriana, approvata alla fine del 2008, che riconoscono un ruolo autonomo e si impegnano a promuovere l'economia solidale, le cooperative, il commercio equo, la finanza etica. Una "riforma di sinistra", ha sottolineato con orgoglio la ministra, che "cerca di trovare un nuovo equilibrio tra capitalismo ed economia solidaristica, tra le microimprese e le potenti multinazionali". Un'esigenza molto sentita anche a Trento: la Provincia autonoma vanta, su mezzo milione di abitanti, oltre 200.000 soci di cooperative, e 49 casse rurali con 368 sportelli, 2.400 dipendenti e 100.000 soci. Nulla di strano dunque che l'esperienza ecuadoriana sia stata molto apprezzata in Trentino, e sia stata anche avviata una proficua collaborazione.
In concreto, ministro, cosa succederà adesso in Ecuador con la nuova Costituzione?
"Le cooperative sociali in Ecuador si sono sviluppate a partire dalla prima metà del ventesimo secolo. Però sono rimaste sempre marginali, perché i vari governi del Paese ritenevano che il modello principale fosse quello capitalistico, e che fosse scorretto intervenire a favore di questo modello di economia, che sembrava più debole".
E invece perché il suo governo ha ritenuto di doverlo fare?
"Perché pensiamo che sia arrivato il momento di finirla con il discorso del mercato che si aggiusta da solo, trovando un proprio equilibrio senza alcun intervento da parte dello Stato. La verità è che in Ecuador si era creata un'enorme disparità sociale, una disuaguaglianza profonda, con situazioni di grave povertà che hanno costretto molti a emigrare".
Come la nuova Costituzione inciderà in concreto sulle cooperative e sulle microimprese sociali?
"Stiamo preparando una legge che verrà approvata a breve. Abbiamo inoltre costituito l'Istituto de Economia Popular e Solidaria, che si occuperà in particolare del consolidamento delle cooperative, le aiuterà a trovare l'accesso al credito e ad abbattere le barriere del mercato, e si preoccuperà infine di monitorare questo tipo di imprese, sulle quali al momento abbiamo pochissimi dati. Riteniamo che ci siano in Ecuador al momento più di 5.000 cooperative e più di 30.000 imprese sociali di vario tipo, ma non abbiamo dati certi".
Questa maggiore attenzione all'economia di tipo solidaristico è anche una risposta alla crisi?
"Questa crisi globale non ci ha toccato in modo particolare, forse perché avevamo già cominciato a rafforzare e a riorganizzare altri modelli economici, a partire dagli anni '90, quando avevamo subito, allora sì, una forte crisi, che aveva messo a dura prova il Paese, e della quale subiamo ancora le conseguenze. Il nostro è un Paese con poche infrastrutture, un sistema scolastico da rivedere a fondo. Ma la crisi attuale no, ci ha colpito in misura minore anche rispetto ad altri Paesi dell'America Latina. E comunque per noi questa riforma non è soltanto l'attuazione di un diverso modello economico".
E che cos'è oltre a questo?
"E' l'embrione di un nuovo modello di sviluppo, di nuove relazioni sociali. Un modello di transizione, certo, perché non pretendiamo di avere la ricetta migliore di tutte. Ma è un passo in avanti verso la società che vogliamo, una società equilibrata che tenga conto delle differenze, che non dia spazio solo al più forte. Da noi c'era molta stanchezza, molto desiderio di cambiamento: abbiamo cercato di dar voce a queste esigenze, di creare uno spazio per tutti".
(31 maggio 2009)

cfr. anche
http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/economia/festival-economia/rampini-crisi/rampini-crisi.html

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